Statua della Venere Capitolina

Statua della "Venere Capitolina"
Tipologia : 
Scultura
Anno: 
Da originale di Prassitele (IV secolo a.C.)
Materia e tecnica: 
Marmo
Dimensioni: 
cm 193
Provenienza: 
Da Roma, Viminale (1667-1670)
Inventario: 
inv. MC0409

La scultura, di dimensioni di poco maggiori del vero, fu rinvenuta nei pressi della basilica di San Vitale intorno al 1666-1670 e fu acquistata e donata alle collezioni capitoline, da papa Benedetto XIV nel 1752. E' una delle più note statue del museo e vanta una serie di riproduzioni anche all'interno di collezioni internazionali. In un marmo pregiato (probabilmente pario) è rappresentata la dea Venere-Afrodite uscente dal bagno nuda, in raccoglimento, protesa in avanti con le braccia poste ad assecondare le rotondità del corpo di ossatura fine, morbido e carnoso, e a coprire petto e pube.
 La gamba destra è flessa e avanzata, e la sinistra è in appoggio. La testa è leggermente piegata verso sinistra e presenta una capigliatura complessa a mo' di cercine con un nodo alto "a fiocco" e ciocche ricadenti a toccare le spalle. L'espressione del volto sembra incentrata a una "assenza", psicologicamente resa dagli occhi piccoli, che sono languidi, e dalla bocca piccola e carnosa.
 La venere del Museo Capitolino ha definito il cosidetto "tipo Capitolino", del quale sono a tutt'oggi conosciute ben cento repliche. Si tratterebbe della variante della Venere pudica. Gli studiosi hanno a lungo dibattuto per l'individuazione dell'ambito cronologico in cui situare l'immagine della dea e per fare chiarezza sulla cronologia delle copie. La Capitolina potrebbe ritenersi, forse, una delle prime e più fedeli repliche, probabilmente destinata, come tutte le raffigurazioni di questo tipo, ad adornare un complesso imperiale di notevole raffinatezza.

Opere della sala

La sala

Palazzo Nuovo - Gabinetto della Venere

Il centro del piccolo ambiente ottagonale è occupato dalla statua della Venere Capitolina, eccezionalmente ben conservata, il cui tipo deriva da quello dell' Afrodite Cnidia di Prassitele.

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