Medagliere Capitolino
Una scelta delle principali raccolte è esposta nelle quattro grandi vetrine della sala.
L'allestimento segue cronologicamente le tappe della formazione del Medagliere Capitolino, dalla sua costituzione alle ultime accessioni.
Particolarmente notevole è la documentazione delle varie fasi della monetazione romana, con esemplari dall'area urbana e da importanti collezioni private.
La glittica e l'oreficeria sono rappresentate da reperti antichi, provenienti da scavi o riutilizzati in gioielli di età moderna, e da realizzazioni degli orefici Castellani. Sono inoltre esposte medaglie storiche e coniazioni annuali del Comune di Roma.
Il Medagliere Capitolino, costituitosi nel 1872, ospita le raccolte numismatiche, medaglistiche, glittiche e di gioielleria pertinenti al patrimonio comunale.
L’istituzione di una sezione numismatica all’interno dei Musei Capitolini è legata ad un lascito testamentario destinato alla città di Roma da Ludovico Stanzani e costituito da 9251 monete (per lo più materiale numismatico emesso nelle zecche della Mitteleuropa e in quelle antiche o moderne d’Asia Minore) assieme ad un cospicuo numero di pietre preziose.
L’immediato interessamento di Augusto Castellani, membro della celebre famiglia orafa romana, direttore dei Musei Capitolini dal 1873 e munifico donatore di 9.074 monete provenienti dal territorio di Roma, permise la costituzione del nuovo settore museale.
Questo, in pochi anni, venne arricchito dal ritrovamento di una grande quantità di esemplari numismatici antichi (circa 40.000 pezzi) e di pietre incise, provenienti dal sottosuolo di Roma, divenuta capitale d’Italia e dunque sottoposta ad una notevole trasformazione urbanistica.
Nello stesso tempo la Commissione Archeologica Comunale, costituitasi al fine di tutelare gli oggetti antichi rinvenuti e provvedere alle nuove acquisizioni, incrementò la sezione numismatica con l’ acquisto di 456 aurei e solidi romani e bizantini raccolti dal marchese Giampietro Campana che, nel corso del 1800, aveva ampliato una precedente collezione iniziata dalla famiglia Albani.
In rapida successione si aggiunsero, inoltre, il medagliere di oltre 2366 pezzi appartenuto al bolognese Giulio Bignami, caratterizzato prevalentemente da esemplari romani repubblicani, i sigilli e la collezione di medaglie della famiglia Orsini, nonché alcuni insiemi di minor entità e singoli reperti donati e offerti in vendita al Comune di Roma.
Con la trasformazione subita dalla città di Roma in seguito alle distruzioni di alcuni antichi quartieri e agli scavi effettuati dal Governatorato, il Medagliere Capitolino aumentò la consistenza del proprio patrimonio con il ritrovamento di numerosi tesoretti.
Tra questi i più rilevanti furono:
- il ripostiglio della Torre delle Milizie, rinvenuto nel 1937 e costituito da 1371 esemplari (per lo più denari medioevali di Provenza);
- il tesoretto scoperto nel 1938 sulla piazza del Campidoglio, formato da 77 monete d’argento delle prime serie romano repubblicane, e da esemplari celtici e magnogreci;
- il gruzzolo di denari repubblicani dall’area sacra di Largo Argentina;
- infine il tesoro di via Alessandrina, acquisito dal Comune di Roma nel 1942, costituito da 17 chili d’oro, comprensivi di monete greche, romane, bizantine, medioevali e moderne e gioielli antichi e moderni, alcuni dei quali provenienti dalla collezione Boncompagni-Ludovisi; venuto alla luce nel 1933 in occasione della demolizione delle abitazioni per la nuova sistemazione di via dei Fori Imperiali, era stato occultato in un vano ricavato nel muro di un edificio dal proprietario, l’antiquario Francesco Martinetti, morto a Roma nel 1895.
Infine, dopo la II Guerra Mondiale, il Medagliere ha ricevuto le donazioni del commendator Eugenio Di Castro (assi repubblicani e “madonnine di Bologna”) e del barone Jordanov.
Gli incrementi più recenti si debbono ad acquisti mirati di serie rare, come le due medaglie d’argento di Benedetto XIV (1749) e di Clemente XIII (1765), riferite alla storia delle raccolte capitoline, o il grosso e il mezzo grosso di Brancaleone d’Andalò ed infine alle coniazioni annuali emesse dal Poligrafico dello Stato per conto del Comune di Roma in occasione del 21 aprile, Natale di Roma.