“San Rocco curato da un Angelo”: il capolavoro di Moretto da Brescia da Budapest a Roma

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05/11/2009 - 14/02/2010
Musei Capitolini

È esposta nella seconda sala della Pinacoteca Capitolina fino al 14 febbraio 2010 una straordinaria opera di Moretto da Brescia, il “San Rocco curato da un angelo”, proveniente dal Szépmüvészeti Múzeum (Museo di Belle Arti) di Budapest.

La presenza a Roma di questa grande tela (cm 227x 151) è il frutto di uno “scambio” tra la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e il Museo ungherese, dove è attualmente in corso una prestigiosa rassegna sulla pittura italiana del Rinascimento per la quale sono stati concessi in prestito due celebri quadri della Pinacoteca Capitolina, la Sacra Famiglia di Dosso Dossi e il Ritratto d’uomo con cane di Bartolomeo Passerotti.

Moretto da Brescia (soprannome di Alessandro Bonvicino, 1498 – 1554) rimase suggestionato dagli esempi della grande pittura veneziana, in particolare da Tiziano – che nel 1522 aveva realizzato per la chiesa bresciana dei Santi Nazzaro e Celso uno dei suoi più intensi capolavori, il “Polittico Averoldi” – e da Lorenzo Lotto, che in seguito lo chiamerà a lavorare a Bergamo. Nel corso degli anni l’artista si rileva in grado di combinare influssi diversi, che spaziano dal manierismo veneto alla pittura fiamminga, all’interno del tradizionale realismo della pittura lombarda, tanto da essere considerato dalla critica come uno dei principali artisti su cui, decenni più tardi, avvenne la formazione giovanile di Caravaggio.

Il quadro con San Rocco è stato dipinto nel 1545 circa per la chiesa di Sant’Alessandro a Brescia. Secondo una diffusa tradizione popolare, San Rocco (Montpellier 1348 – Voghera 1379), nella via di ritorno da un pellegrinaggio a Roma, si era dedicato alla cura degli ammalati di peste, finendo per essere anche lui contagiato; dopo essersi rifugiato in una grotta, era stato curato dagli angeli e nutrito da un cane gli portava ogni giorno un pane. Guarito dalla peste, riprese il cammino verso casa, ma per errore fu messo in prigione a Voghera, dove morì poco dopo.

Il suo culto si diffuse presto in modo straordinario e Rocco divenne, insieme a san Sebastiano il Santo “taumaturgo” (guaritore) più evocato in occasione delle pestilenze: in area veneto-lombarda, in particolare, dopo la terribile epidemia di peste del 1510. La sua festa, il 16 agosto, viene tradizionalmente celebrata con affollate e variopinte processioni.

Moretto raffigura il santo all’aperto, mentre viene curato da un angelo; alle sue spalle il bastone da pellegrino mentre a sinistra si vede il cane che arriva portando il pane.

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Musei Capitolini
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