L’età dell’angoscia Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.)
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La mostra “L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.)” è il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, progetto quinquennale di mostre che alterna esposizioni a carattere prettamente monografico (Ritratti. Le tante facce del potere, Costruire un Impero), a mostre dal taglio diacronico (L’Età della Conquista, L’Età dell’Equilibrio, L’Età dell’Angoscia), dall’epoca repubblicana fino all’epoca tardo-antica. La mostra si sofferma sui profondi cambiamenti che segnarono il III secolo d.C., secolo ritenuto tradizionalmente di “crisi” dell’impero, ma in realtà contenente in nuce alcuni dei germogli più fecondi destinati a mutare per sempre le età successive e ad aprire le porte verso la società tardo-antica. Il titolo della mostra trae spunto da un’opera di Eric Dodds intitolata “Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia” , edita nel 1965, dedicata nello specifico proprio al III secolo d.C. Dodds era amico del poeta anglo-americano W.H. Auden, che nel ‘47 aveva pubblicato The Age of Anxiety, poema capace di mettere in luce il vuoto dell’esistenza nel periodo della seconda mondiale, caratterizzato dalla conversione o ritorno al Cristianesimo e dalla volontà di aderire a un credo religioso, da un «salto nella fede».