Sulle rotte di Omero
Testimonianze dei rapporti commerciali tra le isole greche e le coste del Mediterraneo orientale in un periodo di particolare interesse per la formazione della cultura figurativa greca.
Straordinari crateri bronzei, il magnifico rhyton con il "Signore degli animali", laminette auree e pezzi in avorio di fine esecuzione, oltre a vasellame di uso comune e rituale databili tra il XVI e il VI sec. a.C., sono esposti nella mostra allestita a Palazzo Caffarelli.
L'esposizione offre l'opportunità di ripercorrere, attraverso circa 300 reperti dai Musei di Cipro, Creta, Rodi, Coo la fitta rete di commerci che si svolgeva nel Mediterraneo orientale tra le coste continentali - dove avevano trovato origine e sviluppo le più antiche civiltà del mondo - e le isole greche, sulle quali andavano evolvendosi le prime manifestazioni della cultura ellenica.
Tutto ciò in un periodo che abbraccia l'età del bronzo e quella del ferro quando circolavano sulle rotte del Mediterraneo anche uomini, idee, valori culturali che andavano ponendo le basi per la nascita di quella "civilizzazione mediterranea" nella quale affondano le radici della nostra storia.
Ed è proprio la circolazione delle merci, degli oggetti, delle idee, resa possibile dalla presenza di quello straordinario medium di istanze culturali che è sempre stato il Mediterraneo, l'aspetto che contraddistingue l' allestimento: per questo il colore base scelto per gli ambienti è il blu del mare, mentre l'elemento caratterizzante degli spazi espositivi è la presenza di una grande nave stilizzata in cui sono state incorporate le vetrine con gli oggetti "d'importazione".
Il titolo della mostra si rifà ad Omero, perché paradigma dell'esposizione è il mitico cratere argenteo di Sidone, le cui peripezie vengono descritte nell' Iliade.
Il viaggio del cratere in lungo e in largo, dalla città in cui fu creato alle coste siro palestinesi e fino alle isole e alle città dell'Egeo nord-orientale e dell'Asia Minore nord-occidentale, nonché il suo approdo con la forza ad Itaca; il suo passare di volta in volta in mani diverse, da palazzi e dimore di signori a tende di comandanti in assedio; il suo valore, comparabile a quello di uno o di trecento buoi, a seconda delle circostanze, sono tutti frammenti di uno stesso discorso, episodi di un racconto che a ben vedere riguarda singolarmente e per intero ciascuno dei reperti esposti.
