Riflessi di Bisanzio

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Riflessi di Bisanzio
Capolavori d'arte dal XV al XVIII secolo dal Museo Bizantino e Cristiano di Atene
22/05 - 07/09/2003
Musei Capitolini,
Palazzo Caffarelli

Manifestazioni artistiche in Grecia dalla caduta dell'impero bizantino (1453) agli albori dello stato moderno (1830): dipinti su tavola, affreschi staccati, codici miniati e libri a stampa, paramenti sacri e arredi liturgici.

La mostra nasce dalla rinnovata collaborazione tra il Ministero della Cultura della Repubblica Ellenica, l'Ambasciata di Grecia a Roma, l'Assessorato alle Politiche Culturali e la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.

Già accolta con successo a New York presso l'Alexander S. Onassis Public Benefit Foundation, viene presentata ai Musei Capitolini, negli spazi espositivi di Palazzo Caffarelli in Campidoglio, in occasione del semestre di presidenza dell'Unione Europea della Repubblica Ellenica.

I curatori della mostra, attraverso una selezione ragionata di 54 opere comprendenti rari dipinti su tavola, affreschi staccati, preziosi paramenti e oggetti liturgici, legature, manoscritti e libri a stampa, intendono illustrare le manifestazioni artistiche fiorite in territorio ellenico in un periodo storico complesso e denso di mutamenti, che va dalla caduta di Bisanzio sotto il dominio dell'Impero Ottomano nel 1453 fino agli albori della fondazione dello stato greco moderno nel 1830.
L'arte sacra di questo periodo, in larga parte sconosciuta al pubblico, è caratterizzata dalla sopravvivenza di molti elementi della civiltà bizantina, ma anche da proficue contaminazioni con l'arte dell'oriente ottomano e dell'occidente cristiano europeo, con particolare riferimento a Venezia e alla sua area d'influenza.

I rari affreschi staccati esposti in mostra documentano la continuità di produzione nei centri dei maggiori monasteri ortodossi, da quelli del Monte Athos e delle Meteore, ai monasteri della Macedonia, della Tessaglia e dell'Epiro, dove una committenza colta consentì la fioritura di personalità artistiche di rilievo.

Preziosi dipinti su tavola - icone e trittici di uso liturgico o destinati al culto privato - testimoniano il perdurare dell'influsso dell'arte della capitale dell'impero bizantino del XIII e XIV secolo sulla scuola di pittura fiorita a Creta tra il Quattrocento e il Cinquecento ad opera di artisti ellenici che avevano trovato rifugio nell'isola dominata dai veneziani.
In questo vitalissimo contesto culturale della scuola cretese pittori quali Andreas Ritzos, Nikolaos Tzafouris o Michael Damaskenos, ispirandosi alla pittura occidentale di area veneta e adriatica, coniugano in forme originali la "maniera greca" con quella "latina", ottenendo successo anche tra i nobili committenti cattolici della Serenissima.

Costantinopoli, durante la dominazione ottomana, rimase il centro di produzione principale dei preziosi paramenti sacri in seta o velluto con ricami di fili d'oro e d'argento e gli esemplari esposti in mostra dispiegano con intatta forza evocativa un apparato iconografico di straordinaria ricchezza. Altri rari oggetti liturgici in oro, argento, smalti e filigrane illustrano, infine, la più tarda fioritura dell'arte suntuaria dei secoli XVII e XVIII nei centri di produzione nati intorno ai grandi monasteri ortodossi continentali, alcuni dei quali - come quello sorto nei pressi della città di Backovo - situati nel territorio dell'odierna Bulgaria.

Informazioni

Luogo
Musei Capitolini
, Palazzo Caffarelli
Tipo
Evento
Sito Web
Giorni di chiusura
Lun

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