Dipinti romani tra Giotto e Cavallini

Immagine: 
Maestro romano anonimo, Storia di un santo (fine XIII secolo) ?? Città del Vaticano, Musei Vaticani
08/04 - 29/06/2004
Musei Capitolini,
Palazzo Caffarelli

Preziose e spesso misconosciute reliquie della pittura romana su tavola tra la seconda metà del XIII secolo e i primi decenni del XIV, nel passaggio epocale dal linguaggio bizantino a quello naturalistico.

La mostra, promossa dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e curata da Tommaso Strinati e Angelo Tartuferi, vuole riunire per la prima volta alcune delle preziose testimonianze della pittura su tavola a Roma databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento.

Si tratta di icone mariane e croci dipinte che costituivano - e in alcuni casi costituiscono ancora - l'arredo liturgico delle chiese medievali romane: attraverso di esse, che sono tutte opera di artisti anonimi, è possibile cogliere l'eco di una grande stagione artistica che, a ridosso del grande Giubileo del 1300 proclamato da Bonifacio VIII, vide le botteghe romane coinvolte nel passaggio epocale dal 'parlar greco' al 'parlar latino', con la creazione di un linguaggio pittorico naturalistico e moderno sempre più slegato, ma comunque memore, dalle radici bizantine provenienti da Costantinopoli e da Venezia.

Partendo da esempi come la Madonna del Museo Civico di Viterbo o l' icona dei Ss. Cosma e Damiano, dure nel disegno ma con le prime avvisaglie di un cambiamento nel gusto nei particolari più minuti, si arriva ad opere come la sinopia del volto di Cristo del Torriti - un disegno che potrebbe essere di un maestro del Quattrocento - o il Redentore del Camposanto Teutonico in Vaticano, che dimostrano pienamente il livello di maturazione raggiunto nelle botteghe romane.
Sono opere straordinarie anche nella tecnica d'esecuzione: i colori brillanti a tempera sono stesi sulle tavole preparate a gesso e colla accanto a magnifici sfondi in foglia d'oro - punzonata o incisa - che con il loro brillare deciso rafforzano il carattere devozionale delle figure sacre.

In mostra è documentata anche la pittura murale romana con una piccola sezione di affreschi staccati provenienti dalla basilica di S. Agnese fuori le Mura: si tratta di pannelli appena restaurati dai laboratori dei Musei Vaticani e raffiguranti episodi legati alla vita di S. Caterina e di altri Santi; i dipinti murali lasciano vedere come sui ponteggi di un cantiere d'affreschi si alternassero maestri diversi, ognuno con un suo stile: accostando le scene provenienti dai Musei Vaticani è evidente come all'interno della stessa bottega convivessero artisti molto arcaici (La Sepoltura dei Sapienti) e altri pienamente aggiornati alla lezione di Cavallini e Giotto (S. Giuseppe e i pretendenti).

Viene anche esposta la misteriosa Trinità antropomorfa recentemente restaurata dai laboratori della Sovraintendenza del Comune di Roma; si tratta di un affresco staccato dall'iconografia unica nel suo genere, eseguito probabilmente alla metà del XIV secolo da un maestro di area romana influenzato dalla lezione giottesca, influsso che a Roma ebbe modo di svilupparsi più nel corso del Trecento che nel secolo precedente.

Informazioni

Luogo
Musei Capitolini
, Palazzo Caffarelli
Tipo
Evento
Sito Web
Giorni di chiusura
Lun

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