Museo Capitolino e Pinacoteca

La fisionomia della raccolta fu modificata nella seconda metà del '500, con l'ingresso nelle collezioni capitoline di un imponente gruppo di sculture, in seguito alla decisione del papa Pio V di liberare il Vaticano dalle immagini "pagane": le collezioni furono incrementate con significative testimonianze artistiche e all'impostazione storica fino ad allora prevalente si affiancò quella più squisitamente estetica delle nuove acquisizioni.

Atrio e cortile del Museo Capitolino (Charles-Joseph Natoire, 1700-1777 - Paris, Louvre, Cabinet des Dessins)

Con la costruzione del Palazzo Nuovo sull'altro lato della piazza fu possibile dal 1654 sistemare in maniera più adeguata la grande quantità di opere che si era accumulata nel Palazzo dei Conservatori, collocandone una parte nell'edificio appena costruito.

Il Museo Capitolino fu però aperto al pubblico solo nel secolo successivo, in seguito all'acquisizione della collezione di statue e ritratti del cardinale Albani ad opera del papa Clemente XII, che lo inaugurò nel 1734.

Benedetto XIV (che vi collocò anche i frammenti della Forma Urbis severiana, la grande pianta marmorea di Roma antica) fondò pochi decenni più tardi, alla metà del XVIII secolo, la Pinacoteca  Capitolina, dove confluirono due importanti collezioni private, la Sacchetti e la Pio.